Relazione sulla prevenzione in andrologia

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Relazione sulla prevenzione in andrologia

«La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile» riguarda «la sfera più intima ed intangibile della persona umana» e quindi «non può che essere incoercibile».
È il passaggio più forte della sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa in Italia.
Quel divieto aveva creato tra l’altro «un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica», perché chi poteva permetterselo è andato all’estero per effettuare l’eterologa, mentre chi non aveva i mezzi ha dovuto rinunciare.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che nell’aprile 2014 ha stabilito che il divieto della fecondazione eterologa (FE) previsto dalla legge 40 del
2004 era da ritenersi incostituzionale, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome il 3 Settembre 2014 ha approvato le linee guida per disciplinare la FE in modo unitario in tutte le Regioni.
Il Tavolo Tecnico Stato – Regioni per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) ha disegnato con precisione e puntualità i passaggi tecnici della procedura, i criteri di accesso alla FE, i criteri per la selezione dei donatori, il numero massimo di nati da ciascun donatore, ecc., auspicando che il ministro inserisca le tecniche di PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), unico strumento in grado di garantire a tutte le coppie condizioni di accesso uniforme in tutte le regioni. Ora che si è sconfitto il turismo procreativo all’estero, bisogna combattere quello nazionale, fornendo a tutte le
coppie la possibilità di curarsi senza dover emigrare in regioni meno svantaggiate.
La legge n. 40 del 19 febbraio 2004 – “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” – all’art. 1, comma 2, cita testualmente: Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità. In quest’ottica, nel nostro 7° workshop, dopo l’ampia discussione sulla possibile uniformità dei criteri di accesso in tutte le regioni, abbiamo voluto rivisitare i metodi terapeutici efficaci, sia medici che chirurgici, sia nella donna che nell’uomo, allo scopo di ripristinare la “fertilità perduta” prima di
ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

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